Cancellato ogni pregiudizio |
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La Domenica del Corriere (anno 61, n. 2) del 11 gennaio 1959, dedicava la copertina disegnata dall’indimenticabile Walter Molino all’Udienza che il Santo Padre Giovanni XXIII aveva concesso a Orlando Orfei. Parlando con Alberto Orfei, figlio di Orlando, mi raccontava che allora l’Udienza e la Copertina della Domenica del Corriere che la racconta, ha dato dignità nuova al Circo nei confronti dell'opinione pubblica, fu un salto di qualità. Ma non bastò. Raccogliendo i racconti delle disavventure dei circensi e lunaparkisti e delle loro difficoltà a relazionarsi con i preti che incontravano, magari per chiedere di poter celebrare un battesimo o una messa, per quella che è stata la mia esperienza personale girando per l’Italia, mi sono sembrate reali e plausibili. D’altra parte, la storia non del tutto positiva delle relazioni tra il mondo ecclesiastico e quello viaggiante è lunga e significativa. Quanti vecchi circolanti si ricordano ancora, e mi hanno confidato, che quando arrivavano in un paese il prete avvisava la gente di non andare a vedere quello spettacolo immorale. Un anziano una volta mi raccontò che il prete del paese aveva suonato le campane appositamente per radunare il paese e metterlo in guardia: erano ricordi certamente esagerati, ma proprio nell’esagerazione si coglie il senso e la verità delle cose così come venivano intese e comprese dai circolanti. I pregiudizi sono lunghi a morire ed essere smontati. Nell’Udienza che Benedetto XVI ha concesso al Circo e allo Spettacolo popolare, il Papa è stato molto esplicito chiedendo alle Amministrazioni pubbliche di impegnarsi “per la tutela della vostra categoria, incoraggiando sia voi sia la società civile a superare ogni pregiudizio e ricercare sempre un buon inserimento nelle realtà locali”. Il messaggio che il Papa ha lasciato al mondo del Circo è stato profondo e ricco di spunti di riflessione per il futuro della categoria. Mi ha colpito in modo particolare, all’inizio del discorso, quando il Santo Padre ha sottolineato “la capacità di usare il linguaggio particolare e specifico della vostra arte” che “costituiscono proprio una via immediata di comunicazione”. In un tempo in cui la comunicazione si fa difficile, contradditoria, conflittuale, il linguaggio d’arte del circo riesce ad aprire strade di “dialogo con piccoli e grandi, suscitando sentimenti di serenità, di gioia e concordia”. |
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